Ultima modifica: 29 Giugno 2018

Relazione finale a.s. 2017-18

CON PASSO DA FONDISTA”

Relazione finale della referente CLIL presso l’Istituto di istruzione Vincenzo Benini di Melegnano

Il presente anno scolastico è il quarto della mia esperienza di referente Clil.

Dopo un primo anno in cui abbiamo sperimentato poche ore di clil nelle classi e cercato di spiegare a un Collegio distratto che cosa fosse il Clil, un secondo anno in cui abbiamo frequentato il corso metodologico didattico in Cattolica, un terzo anno in cui abbiamo focalizzato i nostri sforzi nella partecipazione all’Erasmus plus, con non poche difficoltà, nel quarto anno ho chiesto ed ottenuto dal Dirigente scolastico di scorporare la funzione Clil dalla funzione Internazionalizzazione e ho potuto finalmente dedicarmi solo al CLIL.

In tutta la mia azione di referente Clil sono stata appoggiata dal Dirigente Scolastico, prof. Marco De Giorgi, che crede profondamente in questa nuova metodologia adottata in molti Paesi dell’Unione Europea.

Come prima azione ho costituito una Commissione Clil, che si è riunita solo due volte ma si è molto confrontata online e informalmente e ho cercato di condividere delle Linee guida di Istituto, sulla falsariga di quanto avevo appreso al Corso in Università Cattolica. Mi si sono presentate non poche difficoltà perché non c’era una visione comune di ciò che fossero il CLIL e la sua metodologia. Non a caso, ben consapevole di questa eventualità, avevo intitolato il mio progetto Clil “Coalition building and work in progress”.

Il primo esame di realtà è stato questo: non tutti i docenti DNL, anche se lo era la maggioranza, condividevano la linea della referente.

Ho poi cercato di spiegare che l’obiettivo del Legislatore era l’insegnamento di almeno una materia in inglese nelle quinte del Tecnico e dei Licei e che quindi in prospettiva si doveva pensare a costruire un numero sempre maggiore di moduli, in modo da arrivare all’ambizioso traguardo di una materia curricolare insegnata per metà delle ore in inglese modalità CLIL. Anche su questo punto non c’era unità di vedute. I docenti sperimentavano moduli Clil in terza e in quarta e tendevano a consolidare i moduli quelli già collaudati negli anni precedenti in quinta. Molti ritenevano addirittura che fosse preferibile partire dalla prime classi con il CLIL.

Una mediazione dignitosa di questa pluralità di vedute ha però portato all’inserimento nel PTOF di queste parole:

il Clil non è lezione frontale in lingua straniera, ma insegnamento della materia in lingua inglese attraverso l’acquisizione di metodologie orientate a mettere al centro della lezione lo studente e non il docente, a trasformare il ruolo del docente in quello di un facilitatore dell’apprendimento e guida dello studente, utilizzando gli strumenti di questo modo di insegnare per superare gradualmente la lezione frontale, così come suggerito dal RAV.

Ho anche fatto inserire nella Home page della scuola una sezione Clil che spiega che cosa è il Clil e il percorso intrapreso per il Clil al Benini.

http://www.istitutobenini.edu.it/progetto-clil/

Lo scopo è quello di fare un po’ di chiarezza anche con i genitori su questa nuova metodologia. Ho anche informato le docenti che si occupano di Open day e di presentazione del nostro Istituto alle scuole secondarie di primo grado di questa nuova sezione creata nell’home page. Non ho voluto inglobare il Clil nella sezione Internazionalizzazione, perché ritengo che sul Clil ci sia bisogno di molta informazione. Ho fatto scrivere da una studente la sua esperienza Clil e tra poco spero sia pubblicata su un giornale locale.

Ma il passo più ardito che mi sono permessa di fare è stato il coinvolgimento dei docenti di inglese. Era quello che mi ero ripromessa nella mia dichiarazione di intenti ed ho provato a farlo. Dopo una prima riunione della Commissione Clil convocata dal Dirigente scolastico a dicembre ce ne è stata un’altra al rientro delle vacanze. In quella riunione ho proposto l’utilizzo di una parte delle ore del potenziamento inglese (3 alla settimana) per attività di coprogettazione di moduli clil e di compresenza di una docente di inglese, la prof. Angeli, molto convinta di questa metodologia, soprattutto nelle ore dei docenti che stavano cimentandosi per la prima volta con questa nuova modalità di insegnamento. Il mio progetto mirava alla valorizzazione di una risorsa di Istituto per la formazione dei docenti CLIL.

La mia proposta non è stata condivisa dalla maggior parte dei docenti di inglese, che nella prima parte dell’anno avevano sperimentato la risorsa potenziamento di inglese nelle quinte con una sesta ora sperimentale. Il dipartimento di inglese ritiene che sia meglio inserire delle ore supplementari di inglese, a partire dalla classi prime, anche in previsione della prova Invalsi nell’Esame di Stato futuro e che a formazione dei docenti Clil debba essere fatta attraverso le certificazioni e i corsi metodologico-didattici.

Questo è stato il secondo esame di realtà. Per il Dipartimento di inglese i docenti formati sono perfettamente in grado di preparare dei moduli da soli. Al massimo i docenti del consiglio di classe potranno rivedere l’accuracy delle prove scritte, ma non devono intervenire nella progettazione.

Non condividono la necessità compresenza di un docente di inglese nelle classi ma insistono sulla necessità delle certificazioni dei docenti Clil.

Convengono sulla eventuale condivisione, a posteriori, dei test Clil proposti dal docente DNL.

Fatto questo esame di realtà, ed avendo intercettato la disponibilità della docente di inglese del potenziamento a collaborare con me e con solo alcuni docenti della Commissione Clil, ho impostato un’attività di coprogettazione delle linee guida di istituto e due moduli Clil di diritto e relazioni internazionali. La docente di inglese ha affiancato altri tre docenti in attività di coprogettazione e compresenza.

Per l’esistenza di molti vincoli( orari dei docenti DNL coinvolti, orario della docente di inglese, programmazione ormai avviata nelle classi dei docenti DNL, presenza di un Commissario esterno nella materia insegnata in modalità CLIL) questa esperienza, a mio parere molto positiva, non ha potuto essere realizzata in tutte le sue potenzialità.

Al termine di questo anno scolastico posso dirmi solo parzialmente soddisfatta.

E’ stata data maggiore visibilità al Clil nella home page e nel ptof di Istituto. Ho avuto l’appoggio del Dirigente scolastico. Ho costituito una commissione Clil che ha potuto consultare molta della documentazione che avevo conservato dopo il mio corso Metodologico Clil in Cattolica. Un docente, il prof. Magliano, sta certificandosi C1 sarà il terzo docente che conseguirà la formazione metodologico-didattica CLIL. Sono riuscita a usufruire della consulenza della docente di potenziamento per migliorare la preparazione e l’approccio dei docenti clil non formati. Ho avuto un contatto con la persona che al Miur si occupa del Clil, a cui ho relazionato tutti i passaggi attraversati durante l’anno. L’esperienza con la prof. Angeli, di affiancamento e collaborazione all’arricchimento dei moduli di diritto e relazioni internazionali in un’attività di compresenza, ne ha migliorato l’efficacia sugli studenti ed è servita a perfezionare le diverse attività proposte alle classi, con l’uso delle immagini e con una riflessione più accurata sul linguaggio, in ciò confermando che, come ci hanno più volte ripetuto al Corso metodologico didattico in Cattolica, nelle nostre lezioni siamo sempre anche mediatori linguistici. Questa esperienza ha rappresentato anche una delle rare occasioni in cui un altro docente valuta, con la competenza adeguata, il nostro modo di insegnare. E nella scuola italiana non è poco.

Ho sempre pensato che il docente clil dovesse progettare di anno in anno nuovi moduli, nella prospettiva di insegnare davvero una materia tutta in modalità clil. Mi sono accorta, invece, anche frequentando come Presidente di Commissione altre scuole, che per molti fare Clil significa riproporre di anno in anno gli stessi moduli, senza troppa volontà di miglioramento. Mi chiedo se questo non sia un modo di prendere in giro i genitori che iscrivono i loro figli nelle nostre scuole. Ma anche qui devo dire che forse genitori nemmeno sanno che cosa sia il CLIL.(Terzo esame di realtà)

Per il prossimo anno, tenuto conto di tutte le circostanze precedentemente illustrate, punterò su quanto è veramente condiviso in Istituto:

1) sollecitazione delle certificazioni linguistiche per i docenti che intendono cimentarsi con il Clil,

2) sistematizzazione delle linee guida di Istituto,

2) perfezionamento dei moduli già sperimentati,

3) confronto positivo con i giovani docenti che credono in questa metodologia(richiamo allo scambio proficuo avuto con i prof. Fabbri e Pirri),

4) sollecitazione alla partecipazione a stage e viaggi di istruzione in paesi di lingua anglosassone dei docenti Clil (già felicemente sperimentata al Liceo),

5) diffusione di materiale didattico,

6) partecipazione a Convegni e seminari,

7) disponibilità a seguire i nuovi docenti DNL in un’opera di tutoraggio.

L’idea iniziale di chiedere qualche ora settimanale di distacco dalle classi per costruire un curricolo di relazioni internazionali in inglese o di moduli nel primo biennio, idea che, se realizzata, potrebbe dare lustro alla nostra scuola, per il momento è accantonata, in attesa di un confronto con il Dirigente scolastico. Anche quella di organizzare un corso di formazione potrebbe essere rinviata, in assenza di un distacco, per la pesantezza del mio orario del prossimo anno (due classi quinte e tre classi di biennio).

Credo che, come sempre, molto del fallimento di questa azione risieda nel modo in cui il Clil è entrato nella scuola: parzialmente, volontaristicamente e senza grande entusiasmo da parte della maggioranza dei docenti di inglese.

Sono comunque sempre più convinta della bontà e dell’efficacia di questa metodologia, che ho appreso da due docenti di inglese nel lontano 2003, metodologia che ha cambiato il mio modo di insegnare(insieme alla mia esperienza di docente in carcere) e che anche quest’anno è stata molto apprezzata dai miei e dalle mie studenti, con un evidente miglioramento nelle loro competenze, che deve ancora essere pienamente riconosciuto.

Ringrazio tutte le persone che mi hanno dimostrato fiducia e stima e che mi hanno dato preziosi suggerimenti per la stesura di questa relazione.

Melegnano, 20 giugno 2018

Sara Marsico

 




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